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ISTANTANEE DA Kabul

Coltivare la libertà in un regime che odia le donne può voler dire indossare un abito colorato, truccarsi, prendersi un giorno per fare le turiste nel proprio Paese. Scene di apparente serenità di cui l’antropologa Elena Dak, appena rientrata dall’Afghanistan, è stata testimone.
Piccoli atti di resistenza umana, come quelli ritratti in queste pagine.
Che servono per tenere accesa la speranza di un futuro diverso di Adelaide Barigozzi foto di Bruno Zanzottera

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INDE: DANS LES PAS DES NOMADES RABARIS

Animan Francia – aprile maggio 2023

Vivant en marge de la société indienne, les membres de cette tribu arpentent huis mois par an l’État du Gujarat avec des troupeaux de moutons et de dromadaires. Fascinée par leur mode de vie, l’anthropologue Elena Dak a voulu les rencontrer.

Texte: Elena Dak
Photos: Bruno Zanzottera/Parallelozero

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L’eleganza dei nomadi

AFRICA – NR 3/2022

testo di Elena Dak – foto di Michele Cattani / Afp

ESTETICA E ANTROPOLOGIA DEI PEUL E DEI TUAREG

Per i pastori del deserto l’eleganza e il garbo sono antidoti alla desolazione e all’ostilità dell’ambiente. Il loro culto della bellezza ha un valore identitario che cela profondi risvolti sociali, come dimostrano il significato dei turbanti e del make-up sahariano.

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I transumanti venuti dall’Africa

AFRICA – NR 3/2022

Elena Dak e Bruno Zanzottera

Nei loro Paesi di origine – Mali, Senegal, Ciad – si dedicavano all’allevamento degli zebù dalle grandi corna. Oggi gestiscono la transumanza delle greggi di pecore tra le pianure del Nord-est e gli alpeggi dolomitici, fornendo un sostegno fondamentale al settore agro-pastorale.

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Il volto nascosto della schiavitù

AFRICA – NR 2/2022

Elena Dak , foto Luca Catalano Gonzaga

In Mauritania la schiavitù è formalmente vietata dal 1981, ma solo sulla carta. Ancora oggi gli Haratin – cittadini originari dell’Africa nera – sono sfruttati e maltrattati dai loro padroni arabi o berberi. È una piaga dalle radici profonde. La condizione di schiavo viene trasmessa per via ereditaria finché qualcuno non trovo il coraggio di spezzare le catene invisibili.

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Mali. I muratori di Allah

AFRICA – NR 1/2022

testo di Elena Dak – foto Michele Cattani / Afp e Bruno Zanzottera / Parallelozero

Ogni anno, alla fine della stagione delle piogge, l’intera città di Djenné partecipa al restauro del suo celebre edificio sacro costruito interamente d’argilla. È il più grande edificio di fango al mondo e richiede ogni anno una meticolosa opera di risanamento, che coinvolge l’intera popolazione locale. L’instabilità e le violenze di matrice jihadista in Mali non hanno fermato il tradizionale crépissage di Djenné. Solo la pandemia ha frenato i “muratori di Allah”. Ma ora è di nuovo il momento di mettersi al lavoro.

Eventi

DEI SUONI I PASSI

CONCERTI-NATURA-CAMMINI-INCONTRI-NUOVI ASCOLTI-NUOVI SGUARDI

DOMENICA 10 LUGLIO, ORE 19
Pieve di San Giovanni Decollato
Firenzuola (loc. Cornacchiaia]
CRISTINA DONÀ, SAVERIO LANZA, ELENA DAK
La musa e l’orizzonte
di incontro di parole e canzoni