Brina e il Buio

La Carovana Del Sale

Il Buio, abituato da tempo a frequentare i luoghi della marginalità si sentiva contento di meritare la responsabilità del gregge e di avere una compagna di lavoro con cui non avere il problema della lingua. Dal canto suo, a Brina del colore, della lingua o delle origini degli umani, interessava poco o niente. Contava annusarli per riconoscerli e amarli. E quel ragazzo alto che veniva dall’Africa, a cui era appena stata affidata, aveva un buon odore di corteccia umida, bagnata di pioggia. Esiste ancora una attività pastorale veneta basata sulla passione e sulla tradizione, costretta ad affrontare le sfide della modernità e dei nuovi stili di vita.

Prefazione Toni Maraini.

Sinossi:
Un ragazzo africano, soprannominato il Buio per la colorazione molto intensa della sua pelle, arriva in Italia, dopo aver attraversato il mare su un barcone. Lavora in Veneto per due pastori italiani, Alice e Fabio, al seguito di un folto gregge. Come tutti i pastori, hanno molti cani, ma solo Brina gli viene affidata. Tra i due nasce un rapporto speciale. Il giovane, pastore anche nel suo paese d’origine, non solo può mettere il proprio sapere pastorale al servizio della nuova realtà straniera, ma scopre, al seguito del pascolo vagante, la pianura veneta e le Dolomiti, che diventano il luogo privilegiato in cui acquietare l’animo e ritrovare una nuova bellezza con cui compensare quella lasciata alle spalle, ma sempre presente nel suo animo. Il senso dell’odorato lo porta a scoprire i dettagli del suo nuovo mondo e a crearsi una mappa rassicurante in cui muoversi con agio. Le figure che incontra e che gli affidano pezzi della loro storia, lo aiutano a comporre, un frammento dopo l’altro, la sua storia. Il suo presente e il futuro nascono, attraverso il duro lavoro, nel contatto con la montagna, nel rapporto silenzioso con Brina, e in un costante sguardo emotivo all’Africa, terra lasciata, ma mai davvero.

Recensioni: