Viaggi di Ricerca

La Carovana del Sale – 2005

Desideravo sopra ogni cosa pormi al seguito di una carovana del sale nel cuore del deserto fino a quando conobbi il figlio di una capo carovana, in Niger. La sua intercessione produsse una svolta nella mia vita. Dopo nove mesi di allenamenti partii per seguire una Carovana per 1200 km nelle sabbie.

“Si parte un giorno nel primo pomeriggio. Una quindicina di dromedari, Mahmoud, Ihalen, suo fratello Rabdu ed io. Le donne ci accompagnano per un breve tratto poi una rapida stretta di mano e via. Per loro finalmente un po’ di riposo, per noi l’inizio della fatica. L’Air si spande intorno alla piccola carovana con picchi granitici appuntiti e scuri. Sono i pozzi a determinare la traccia e i ritmi del nostro procedere. E’ la polvere a rendere l’aria densa, quella polvere che solo l’Africa sa generare, complice un clima avaro di piogge. Giorno dopo giorno la carovana cresce. Strada facendo si aggregano altri gruppi di dromedari e uomini, per essere guidati nella grande traversata. Davanti a tutti camminano Mahmoud e i più anziani. Chiacchierano e ridono. Siamo 300 dromedari, 30 uomini ed io. Affrontiamo il deserto in un’alba di quelle che la vita ti regala una volta soltanto, sospesa nella foschia e nello spazio, ora senza più confini, del deserto. Il mio dromedario, che ho chiamato Osvaldo, è bianco come la neve, ha orecchie di pelouche e si distingue per i bagagli poco carovanieri: pannelli solari, macchina fotografica, videocamera… Spesso si tace per chilometri, lasciando che sia solo il brusio basso di mille zampe sulla sabbia a scandire il tempo che qui sembra scorrere secondo un ritmo diverso. Io non mi sento fuori dal tempo. Mi sento nel tempo, nel sole, nella sabbia in uno stato d’armonia piena. C’è un che di ancestrale in tutto questo. Procediamo verso est, con la lenta inesorabilità di chi legge il sole e le stelle invece della bussola.”

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